Mastoplastica Additiva con Incisione Periareolare

Incisione periareolare


​L'incisione periareolare per la mastoplastica additiva permette un  eccellente accesso diretto,  con una cicatrice poco appariscente, rendendo questo approccio particolarmente versatile.
La mastoplastica additiva periareolare è stata descritta nel 1970. Questo metodo consente un accesso centrale per inserire l'impianto ed è compatibile con tutti i piani di dissezione e per i diversi tipi di impianti. 

Indicazioni

È l’approccio ideale nei casi di areola grande e solco sottomammario poco accentuato.
La mastoplastica additiva periareolare è anche l’opzione di scelta nei casi di mammelle tuberose in quanto offre la possibilità di lavorare direttamente sulla ghiandola, che in questi casi viene generalmente incisa per eliminare quell’aspetto tubolare,  che assume la mammella stessa.
Questo tipo di accesso consente inoltre una buona visualizzazione nei casi in cui il solco sottomammario debba essere abbassato.

Controindicazioni specifiche alla via periareolare

Assolute

Le pazienti con eccesso di tessuto maggiore a ciò che la protesi riesca a  distendere non sono buone candidate alla mastoplastica additiva periareolare. In questi casi c'è la necessità di resezione cutanea mediante “round block”  o di mastopessi associata.

Relative 

In caso di mastoplastiche additive secondarie in cui le pazienti abbiano già incisioni in sedi diverse.
Nelle pazienti con abbondante parenchima mammario la bipartizione della mammella e della ghiandola  per raggiungere i piani di collocazione delle protesi sottoghiandolare o sottomuscolare può risultare difficoltosa.
Nelle pazienti che non presentano ptosi e che hanno una distanza areola – solco sottomammario corta, compresa tra i 4 e i 6 cm,  l’approccio periareolare non presenta vantaggi rispetto agli altri approcci e  nello specifico l’accesso sottomammario, risulta l’approccio di scelta. 

Vantaggi della mastoplastica additiva per via periareolare

Anche se il posizionamento della incisione lontano dal seno come ad esempio nelle incisioni trans-ascellari o trans-ombelicali, può avere alcuni vantaggi, come l’assenza della cicatrice sul seno, in molte situazioni è più difficile e meno accurato un approccio a distanza,  rispetto all'approccio periareolare. L'approccio periareolare è diretto, semplice, e facile da usare per il chirurgo e non richiede attrezzature particolari.
Il bordo del complesso areola-capezzolo inoltre sembra essere una zona in cui le cicatrici risultano poco appariscenti. Infatti, è raro che i pazienti esprimano insoddisfazione delle cicatrici quando si usa l’accesso periareolare. Questo contrasta con ciò che generalmente avviene quando si usa l’approccio sottomammario in  cui l’indice statistico di insoddisfazione per la cicatrice risulta maggiore.
Inoltre, la mastoplastica additiva periareolare è un ottima scelta quando è richiesto un abbassamento del solco sottomammario in quanto facilmente controllabile con questo accesso o quando sia necessario un re intervento sul seno. Infatti l’approccio periareolare è quello più utilizzato negli interventi secondari.

Svantaggi della mastoplastica additiva per via periareolare

Lo svantaggio principale anche in questo caso deriva dalla costituzione della paziente in quanto areole troppo piccole non consentono un accesso adeguato per inserire le protesi rendendo inviabile questo approccio. Nonostante da un punto di vista statistico, inoltre non comporti maggiore incidenza di parestesie e alterazioni definitive della sensibilità del capezzolo rispetto all’approccio sottomammario, quando si usa l’approccio periareolare vi è generalmente una maggiore incidenza di disturbi della sensibilità temporanei.
Questo approccio necessità generalmente un attraversamento della ghiandola mammaria, creando fibrosi all’interno della mammella che possono portare a dubbi di natura radiografica, seppur raramente o ancora indurimenti riscontrabili da un punto di vista clinico.
Una preoccupazione dei chirurghi quando si usa questo approccio è quella di dover passare vicino al capezzolo con aumentata possibilità di contaminazione dell’impianto con la flora batterica presente nei dotti. Tale contaminazione secondo alcuni aumenterebbe il rischi di infezione e di contrattura capsulare.
Infatti alcuni studi di confronto sulla tecnica periareolare contro approccio sottomammario hanno dimostrato una maggiore incidenza di contrattura capsulare nelle mastoplastiche additive periareolari. Tuttavia, questa situazione risulterebbe  minimizzata quando le protesi vengano  inserite sotto il muscolo.

Pianificazione e preparazione dell’intervento

Nella  mastoplastica additiva, la scelta del posizionamento dell’incisione deve essere considerata ugualmente importante rispetto alla scelta del posizionamento dell’impianto sopra o sotto il muscolo e alla scelta del tipo di protesi. Un approccio periareolare potrebbe essere pianificato in funzione del fatto che faciliterebbe in futuro la possibilità di fare una mastopessi in quanto la cicatrice è sovrapponibile  alle incisioni di mastopessi.

Protesi

L'approccio periareolare funziona bene utilizzando tutti i tipi di impianti: silicone o soluzione salina, impianti gonfiabili, rotondi o anatomici, testurizzati o lisci. Grazie alla sua eccellente versatilità ed l'esposizione della tasca protesica che l’approccio periareolare genera, rende facile l’inserimento anche di una protesi anatomica, che risulta più rigida e che va posizionata con più attenzione per evitare che generi asimmetrie rispetto alla mammella controlaterale. L'uso di impianti gonfiabile, tipo Backer, consente l’utilizzo dell’approccio periareolare anche nei casi di areola estremamente piccola di circa 25 mm
diametro, in questi casi con un accesso semicircolare intorno all’areola si ottengono incisioni corrispondenti a circa 4 cm di lunghezza.

L'operazione

Accesso periareolare

L’operazione di mastoplastica additiva periareolare è l’approccio di scelta per le procedure secondarie come la capsulectomia, sostituzione dell’impianto, l'aumento unilaterale per asimmetria, intervento per adattamenti della tasca protesica e per la correzione degli impianti mal posizionati.
Questo approccio pur essendo utilizzato quasi esclusivamente mediante bipartizione della ghiandola mammaria ossia passando in mezzo alla ghiandola per raggiungere il piano di posizionamento protesico, può essere anche utilizzato passando attraverso il tessuto sottocutaneo  presente al livello del polo inferiore della mammella per raggiungere la tasca protesica.

Postoperatorio

La mastoplastica additiva periareolare generalmente consente un facile recupero. La paziente rimane per una settimana con cerotto di carta microporoso sull’incisione e con un reggiseno contenitivo per circa un mese sulle mammelle. Quest’ultimo ha la finalità di mantenere compresso il tessuto mammario contro la protesi aiutandola a stabilizzarsi nella posizione adeguata. Si richiede inoltre per i primi 7-15 giorni di evitare di guidare l'automobile. Gli esercizi fisici moderati sono possibili dopo il primo mese dal procedimento chirurgico. Nella tecnica sotto muscolare, si consiglia un'attenzione particolare agli esercizi fisici, che sollecitano il muscolo pettorale, che non possono essere realizzati prima di due mesi.
In entrambi i casi alle pazienti vengono consigliati generalmente massaggi da fare da sole ogni giorno mediante autopalpazione per un periodo di circa sei mesi.

Risultati

La soddisfazione della paziente per l'aumento mammario è generalmente molto buona. La cicatrice rimane iperemica per circa 3-6 mesi diventando successivamente impercettibile. Per quanto riguarda la revisione della cicatrice, può essere necessaria sporadicamente.

Mauro Leonardis

Autore dell'articolo

Dott. Mauro Leonardis
Medico-Chirurgo
Specializzato in Chirurgia Plastica