Considerazioni Oncologiche nella Mastoplastica Additiva

Nella visita per un intervento di chirurgia estetica al seno ed in particolare di mastoplastica additiva, il chirurgo deve investigare circa la presenza di procedimenti già effettuati su quest'area anatomica e i suoi risultati e specialmente informarsi circa una storia familiare di cancro della mammella.
La mammella va inoltre attentamente esaminata alla ricerca di alterazioni come: l’eritema, l’ulcerazione, la deformità o la presenza di secrezione dal capezzolo, l’aumento di temperatura, la presenza di noduli, l’irritazione della cute e eventuali alterazioni della forma o del rilievo del contorno della mammella. Queste alterazioni dovranno essere considerate e se necessario chiarite.
Noduli o cisti benigne non palpabili, possono essere evidenziate ulteriormente in presenza di una protesi posizionata in sede sottoghiandolare, che proietta in avanti la superficie mammaria. La presenza di formazioni palpabili durante l’esame obiettivo dovranno essere valutate attentamente. La presenza di una alterazione mammaria pre-operatoria esige sempre un adeguato accompagnamento postoperatorio ben documentato, circa il trattamento e la stabilizzazione avvenuta dopo il procedimento chirurgico.

Procedimenti estetici

I procedimenti estetici che vengono realizzati sul seno devono essere dedicati alla singola costituzione della paziente e attenti, a mantenere tutti i tessuti ben vascolarizzati, evitando necrosi lipidiche di segmenti tissutali interni, distorsioni del parenchima mammario e calcificazioni indotte, che nonostante grossolane, potrebbero successivamente, preoccupare e rendere difficile l'accompagnamento oncologico della mammella della paziente.
Durante i procedimenti di mastoplastica riduttiva, mastopessi o mastoplastica additiva, le alterazioni benigne riscontrate prima o durante il procedimento chirurgico possono essere trattate, eventualmente con l'ausilio di apparecchi ecografici o mammografici per una corretta localizzazione intraoperatoria. Tutto il materiale asportato dalla mammella deve essere tassativamente sottoposto ad un esame istopatologico.

Un altro aspetto altrettanto importante nelle pazienti con una importante storia familiare di cancro della mammella o che hanno già ricevuto un trattamento conservativo per un cancro della mammella è che occorre ponderare con attenzione prima di decidere se sottomettere la paziente ad alcuni interventi estetici come l’addominoplastica, poiché il lembo addominale costituisce un opzione ricostruttiva, alternativa e/o complementare alla protesi mammaria per la ricostruzione del seno, che verrebbe persa con un intervento estetico su questa area.

La paziente a rischio

Qualsiasi procedimento venga pianificato sulla mammella, dovranno essere preservate sempre le condizioni posteriori all'intervento, prevedendo procedimenti che non pregiudichino l'accompagnamento per la prevenzione del cancro della mammella.
Per l'identificazione precoce del cancro della mammella è infatti necessario un esame mensile delle mammelle fatto dalla stessa paziente; esami medici regolari e principalmente la mammografia, che può evidenziare tumori prima che questi possano essere palpati. Gli interventi che verranno effettuati sulle mammelle non dovranno quindi complicare o compromettere tali manovre ed esami.

Il cancro della mammella presenta una incidenza a partire dalla terza decade, ma la maggior parte dei casi si manifestano a partire dai 45 fino ai 65 anni di età.
La prima mammografia dovrebbe esser fatta a partire dai 35-40 anni, o prima secondo indicazione medica. Dopo i quarant'anni deve esser fatta almeno ogni due anni e annualmente dopo cinquant'anni, accompagnata da una visita specialistica.
La mammografia e l'ecografia mammaria sono esami complementari, tuttavia uno non sostituisce o esclude l'altro. Alcune immagini che appaiono nella mammografia come le piccole calcificazioni, per esempio, non sono visibili nell’ecografia. Al contrario, cisti a contenuto liquido, sono differenziati da noduli solidi tramite l'ecografia.
La risonanza magnetica nucleare (RMN) risulta anche di grande utilità per le investigazioni specifiche come quelle che riguardano l'integrità delle protesi di silicone, la valutazione dell'estensione e la muticentricità dei tumori e per l'esame della mammella controlaterale. La RMN può aiutare anche nella differenziazione tra una recidiva di tumore e una necrosi lipidica o di un processo fibroso cicatriziale.
Nella paziente a rischio di carcinoma mammario il ruolo del chirurgo plastico diventa molto importante anche ai fini di una corretta diagnostica evitando al contempo cicatrici visibili che residuerebbero inevitabilmente se i procedimenti diagnostici fossero effettuati solamente dal senologo. Le incisioni periareolari o nel solco mammario di competenza del chirurgo plastico, sono molto utili, e permettono di raggiungere lesioni in tutta la mammella e devono essere considerate al momento di effettuare una biopsia chirurgica, specialmente considerando che dal 50 al 75% dei casi, tali biopsie risulteranno negative per cancro. Allo stesso modo quando fili di reperaggio preoperatorio vengono utilizzati uscendo attraverso i quadranti superiori della mammella, è possibile evitare la cicatrice della biopsia in questa regione utilizzando altre vie di entrata proprie della chirurgia plastica. Un altro compito importante viene rivestito dal chirurgo plastico dando la possibilità di effettuare una mastoplastica additiva al momento di un eventuale trattamento del cancro della mammella. Pazienti con mammelle piccole possono ricevere protesi maggiori rispetto alla dimensione della mammella stessa, quando sottoposte a mastectomia profilattica bilaterale o controlaterale alla mammella affetta dal cancro.

Mauro Leonardis

Autore dell'articolo

Dott. Mauro Leonardis
Medico-Chirurgo
Specializzato in Chirurgia Plastica